1968
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I 4 Conventi Cappuccini di Catania
1. Prima Parte - 2. Seconda Parte - 3. Terza Parte - 4. Quarta Parte 5. Quinta Parte - 6. Sesta Parte - 7. Settima Parte - 8. Ottava Parte
9. Nona Parte - 10. Decima Parte - 11. Undicesima Parte
I fortilizi di Don Giovanni de Viegas
Sulla costa che s'inarca da Acireale ad Augusta, frastagliandosi in grotte e scogliere o slargandosi in ampi gialli arenili, questo ulivo saraceno era nato su dolce collina, dinanzi alla distesa azzurra dello Ionio. Col tronco scavato in pareti sottili, come saio cappuccino d'albagio, — e il sole vi penetrava scaldandole e il libeccio vi irrompeva e ne usciva rimescolandovi il fragore delle onde, — canta ancora, in freschezza di memoria, il mare popolato di navi corsare, bianche di deserto e allucinate, e la selva degli stendardi con la mezzaluna che offuscavano il sole. Le orde inferocite dei Musulmani assetati di sangue cristiano, di preti e di vergini scorazzavano per il Mediterraneo e la Leggenda di Santa Chiara aveva innalzato invano pissidi di fede a scacciare cani saraceni infoiati. Ora l'ulivo di Rafael Alberti si scioglie in cantilena d'Arabo infido: «Bella cristiana, D'amore sto morendo. Lascio per te il cavallo, Lascio le armi, La guerra lascio. D'amore sto morendo».
E perciò alla difesa delle spiagge siciliane, della fede e delle ragazze si era armato di scudo e di corazza, d'elmo e di bellicosa daga l'«Eccellentissimo e invincibile» Don Giovanni de Viegas... (continua)
.: la notti longa
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