1954
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LO "SCHERZO" DI PERLONE ZIPOLI
NELLA "SCAPIGLIATURA" FIORENTINA
DEL SEICENTO
1. Lo "scherzo" di Perlone Zipoli
Lorenzo Lippi, pittore e poeta secentista, è uno di quelli che conoscono bene il loro mestiere; lo conosce forse un po' meglio di molti (e tanti) suoi contemporanei letterati; pure si salva dalla boria presuntuosa e dalla saccenteria funambolesca dei marinisti, forse senza nemmeno accorgersene; per naturale disposizione d'animo : che il Malmantile racquistato., nell'intenzione dell'autore e nel giudizio di ogni attento e spassionato lettore, fu e rimane sostanzialmente un piacevole « scherzo » di lingua, scevro delle assurde pretese letterarie che i poeti del barocco delirarono, per dirla con l'Alfieri, alle loro opere, vuote di sentimento e di significato.
Il seicento, così ricco di poemi comici, satirici e burleschi, non ebbe nemmeno il dono della poesia del ridere, e l'opera del Lippi pur piena di « aurea ilarità, di sali dolci-frizzanti, di nobile facezia », mai si eleva alla contemplazione serena e pacata delle miserie e delle ridicolaggini umane con quel senso di benevolo compatimento, onde la soggettività del poeta diventa universalità di poesia. Né mai il Lippi rizzò pulpito per trinciare morale, e la pretesa scoperta del Baldinucci, secondo la quale il Nostro avrebbe con la sua opera dimostrato come « chi la sua vita mena fra l'allegria de' conviti, per lo più si riduce a mal manille (notate questo primo gioco di parole), cioè a morire fra gli stenti »... (continua)
.: la notti longa
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