Diavolo meridiano

1969

IL DIAVOLO MERIDIANO

 

1. PREFAZIONE - 2. IL DIAVOLO MERIDIANO - 3. JACITU EVI! JACITU!

COME IL GALLO CHE CANTA SCOPRE UN LADRO A RUBARSI L'ANIMA
Bisogna lungamente ascoltare prima di cogliere la sottile vibrazione con cui si esprime il silenzio, bisogna lungamente ascoltare prima di dipanare il clamore corale con cui si esprime il linguaggio. Poetico il silenzio, prosaico il linguaggio, sotto la stesura dell'arte acquistano significanze diverse per la loro diversa concertazione. L'innesto è, però, sempre, nel nodo da cui si diparte il rivelativo reale, sostanziato delle mille percettibili note che compongono il colore, la voce, il pensiero, la riflessione, l'atto animato. Così, sulle ali del silenzio la poesia sfarfalla su immagini, stupite o percorre cieli di rondini che saettano argute su materia invisibile nel vuoto; mentre la narrazione, con ali sospese di nibbio che raccoglie nell'occhio la preda scovata prima di calarsi a ghermirla, agguanta materia più salda, renitente e difforme, che resiste e si oppone, talora rintuzzando gli attacchi, per cui la parola rimane un querulo grido davanti alla porta serrata.
Ma è concesso (non dico consentito) alla rondine farsi nibbio? Può l'organica metamorfosi compiere la prodigiosa crescita di trasmutazione senza mostrare un difetto di struttura? L'origine copre un arco di tempo irraggiungibile. Una rondine-nibbio depone uova di sì spesso guscio che le sue creature, nello sforzo di abbattere le pareti che le incellano, vengono in luce ... (continua)

.: la notti longa :.

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