SALVATORE INCORPORA
Salvatore nasce il Capodanno del venti a Gioiosa Jonica, nella forte terra di Calabria. La chiamavano forte perché vi aveva aperto gli occhi un quadrunviro fascista; non solo: i suoi figli più giovani, insieme ai siciliani, si erano fatti ammazzare a diecine di migliaia per la riconquista dei sacri confini della patria.
Si irrideva allora alle speculazioni messianiche di Tommaso Campanella; si irride ancora oggi ai tormenti e alla solitudine della gente in Aspromon-te di Corrado Alvaro. E perciò la Calabria continua ad essere gratificata di quel ridicolo blasone...
Nonno materno d'Incorpora è Rocco Murizzi, un nome ben noto ai fasti dell'arte sacra di quella regione. Si estenua per mezzo secolo a scolpire statue di Vergini e di Servi di Dio controriformati per le chiese povere della forte terra e volti di scugnizzi per i salotti del patriziato cosentino. La figlia di Rocco, Gemma, eredita dal padre il segreto della sgorbia che toglie il di più al bosso e del pollice che preme sull'argilla.
La conforta all'opera Corrado Alvaro, che ad ogni Natale esalta, solidalmente intenerito, « l'emotività e la sensibilità » e « la poesia di vita » che si sprigiona dai presepi dell'umile artigiana.
.: la nottilonga
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