1954
|
EMPEDOCLE
1. Empedocle - 2. Turismo Scolastico
3. Fior da fiore - 4. Nostalgia del cratere
5.Lo "scherzo" di Perlone Zipoli nella Scapigliatura fiorentina del '600
L'annuario è la forma che caratterizza la prima produzione scolastica di Santo Cali. Una forma canonica, collaudata da lunga tradizione, il mezzo attraverso cui la scuola era, ed è, abituata a proiettare all'esterno la propria immagine, riflessa nei saggi dei docenti e nei contributi degli alunni. E questo l'annuario classico, il libro miscellaneo, cui appartiene Empedocle (1954).
Empedocle celebra il primo anno di vita autonoma del Liceo Classico M. Amari di Giarre. È, come s'è detto, un libro che nell'impianto rispetta le regole del genere: la sezione più ampia è dedicata ai saggi dei docenti dell'istituto — tra cui spicca per impegno e dimensioni quello di Cali, già ricordato, su Lo "scherzo" di Perlone Zipoli nella Scapigliatura fiorentina del 600; segue una seconda sezione più esigua, ma più interessante, almeno per noi, riservata agli studenti e suddivisa a sua volta in due sottosezioni: Turismo scolastico, una rassegna delle bellezze della Sicilia e Fior da fiore, una serie di contributi, più o meno eterogenei: su Giuseppe Macherione, sulle poetesse siciliane dell'800, su Lucrezio e Leopardi, sulla Politica di Croce, sulla psicologia del gatto e altro ancora.
L'interesse che suscita la seconda parte del libro deriva dal fatto che qui compare, in maniera chiaramente visibile, la creatività editoriale di Santo, quella tendenza a fare del libro anche un libro d'arte, che troverà nei due "volumoni" dell’Antigruppo la sua espressione più compiuta. Mi riferisco a quella capacità di tessere un filo continuo tra gli interventi altrui — siano alunni, poeti, compagni di lotta — che si traduce in una tecnica personalissima del raccordo, in cui testo e immagine — disegni, fotografie, riproduzioni, note di commento, fregi, — si completano e rafforzano a vicenda. In questo senso il libro miscellaneo, a più voci, rappresenta la forma più consentanea all'esuberante vocazione artistica di Santo e alla sua attitudine rapsodica, nel senso proprio di cucitura di testi di varia provenienza, che lo spinge a mescolare continuamente la sua voce a quella degli altri, a farsi regista e compagno di un discorso che tende spesso a travalicare i limiti della pagina, a sconfinare e a perdersi in mille suggestioni.
Ma c'è un'altra ragione che raccomanda alla lettura questa sezione del libro: la presenza in essa di uno dei motivi più fortemente sentiti dal Nostro, l'amore per la propria terra. Il teatro di Taormina, il profumo di resina della pineta di Linguaglossa, il castello arabo-normanno di Calatabiano, il canto dei pescatori di Riposto, l'Etna — qui Cali inserisce uno dei suoi pezzi più belli, Nostalgia del cratere — sono tappe di un itinerario non solo geografico; come Francesco Messina, Sebastiano Milluzzo, e, prima di tutti, Empedocle, "il genio più completo della nostra stirpe e il simbolo più luminoso dell'ardente anima isolana", non costituiscono esperienze isolate.
Non è ancora la Sicilia dei culatri e degli oppressi — cultura e politica restano separate — ma sempre una terra in cerca di riscatto, trovato, per ora, nella natura e nell'arte. Un binomio che comunque Cali tende a calare con passione nella realtà di una scuola sottratta alla routine, all'accademia, alle pastoie burocratiche: una scuola •— cosi auspicava — che fosse "preparazione alla vita e vita essa stessa".
.: la notti longa
:. |