1971

UN TULIPANO ROSSO

1. Introduzione - 2. Giarre 1971 - 3. Quelli della quinta B

4. Potere contro potere - 5. Antologia - 6. Una stagione d'amore

DEI DISAPPETENTI

Ma dico: si può ascoltare il pigolio di un pettirosso mentre la tempesta squassa la foresta? Certo colui che sotto l'infuriare delle cannonate se ne stava a scrivere poesie non sarà ricordato da nessuno; in ogni caso, trattavasi di un incosciente talmente introverso da dimenticare che il mondo è fuori di noi. Del re­sto, cos'altro è il poeta, se non un modesto applicato di gruppo C del pensiero che ama riguardarsi allo specchio in divisa? Con una coppa e un diploma ne trovi subito mille disposti ad abbas­sare ragionevolmente la zucca e a ringraziare con le lagrime agli occhi chi lo cinge del lauro magico per le sue inconsulte metaboliche immaginazioni. Il poeta, come il militare, è un prede­stinato alle decorazioni, e come tale è un pericoloso strumento di consuetudine e di nullismo.
Non c'è un onorevole in carica per cui non sia stato organizzato un concorso di poesia con coppe e diplomi: il modo più economico per acquistare voti e simpatie, come con l'osso il ca­ne affamato.
Mi sovviene di un alto esponente di un partito classista, responsabile del settore culturale di quel partito centrosinistrorso, che, a chiusura del suo predicato discorso, ebbe a dichiarare ai compagni presenti (compagni semiresponsabili, essendo quello un convegno di segretari di sezioni locali, provinciali e regionali): — Parliamoci chiaro; in sostanza, noi possiamo fornirvi ogni anno coppe a volontà della Presidenza della Repubblica e di altri Ministeri, ed un numero pressoché illimitato di cavalierati e di commende, sempre della Presidenza della Repubblica e semprechè abbiate l'accortezza di inviarci un promemoria plausibile cir­ca la persona da insignire.
Un giovane alto e biondo, di pochi studi ma perfettamente integrato nel linguaggio partitico, azzardò: — E nel settore del­le assunzioni?... (continua)

.: la notti longa :.