2003

CLERYS

CARNET DI VIAGGIU

1. Introduzione - 2. Notizie - 3. Indice - 4. Poesie

Santo Calì doveva trovare nella poesia la forza e l'efficacia delle cose dette per sempre e nella Sicilia il luogo di massima significazione della disumanizzazione in un quadro di rapporti sociali distorti e prevaricati. Questa Sicilia egli volle rappresentare attraverso il recupero del dialetto, anzi di un dialetto, quello di un preciso e delimitato gruppo sociale, anche se ricostruito a un livello arcaico e inusitato. Un dialetto che, nulla concedendo all'acculturazione letteraria in quanto sia snaturamento borghese, mentre può accogliere moduli e reminiscenze di linguaggi poetici di rottura, si chiude nella sua dura pronuncia e nell'ermetismo espressionistico delle sue costruzioni e tuttavia, a chi sa penetrarvi dentro, conserva intatta, quasi una memoria, tutta l'essenza di un modo di esistenza e tutta l'esperienza di una lunga, secolare, sofferenza.
Dopo Mungibeddu del '47, gli anni Sessanta di Cali, fatti di risentita, quasi religiosa, partecipazione ai grandi sommovimenti culturali e politici del tempo, sono segnati dal lavoro poetico e lo consegnano alla posterità per alcuni grandi testi, esplosi dal lungo silenzio di quasi un ventennio - il tempo dei lavori eruditi, storici, critici - Frati Gilormu, Repitu d'amuri pi la Sicilia, La notti longa, Lamentu cubbu pi Rocca Ciraula.

Oggi si aggiungonole poesie di Clerys, inedite ma conosciute, scritte in occasione di un viaggio reale nell'estate del 1971, in cui il dialetto serve a conferire il colore socio culturale della comunicazione popolare a una rappresentazione di stati d'animo, di fantasie, di immagini, di introspezioni, di umori e reazioni, omologa alla riflessione della più alta poesia contemporanea. E come gran parte di questa, registra la sconfinatta e la perdita. Clcrys è l'ultima donna simbolo della poesia di Calì e ne riassume la carica di ironia e di amarezza (Nicolò Mineo).

.: la notti longa :.