16-19/12/1982
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IDEOLOGIA E FUNZIONE DEL DIALETTO NELLA POESIA DI SANTO CALÌ
Per un poeta dei nostri giorni, cioè per un poeta che non sia banalmente un nostro contemporaneo ma voglia vivere con noi i nostri giorni, che significato può avere ancora la scelta del dialetto?
Il dialetto - ci ricorda con eccezionale densità interpretativa Gian Luigi Beccaria - è stato nelle patrie lettere caricato di funzioni svariatissime, e opposte talvolta: strumento al servizio del mondo popolare o elemento astorico e neutrale, aideologico e disimpegnato; documento e denuncia, ribellione o gioco aristocratico, divertimento filologico; suggestione e nostalgia di un mondo e di un ordine antico; trascrizione diretta della realtà, strumento di oggettività e di realismo, informazione; rappresentazione di un ambiente, di affetti e di valori, di ordini non decaduti; ma anche deformazione, negazione dell'ordine, le mistilingue, barocco e caotico stravolgimento; strumento del comico, caricatura, ironia dissacrante, degradazione; ma anche evocazione di mitico e di remoto, lessico tribale di un mondo patriarcale, o vinto, umiliato e doloroso, di straordinaria dignità.
Quando Santo Calì fa la sua scelta - in pratica negli anni sessanta, il periodo del suo più fervido e proficuo esercizio poetico - i margini di manovra per il dialetto si stanno restringendo sempre più... (continua)
.: la notti longa
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